Brano: [...]ntro fu violento, ma le forze locali di sinistra, rappresentate soprattutto da operai e artigiani, non erano affatto disposte a cedere. Nel corso del 1921 Viterbo visse quasi una situazione di guerra civile, con scaramucce, aggressioni e rappresaglie che si susseguivano da entrambe le parti. Tra gli antifascisti viterbesi caduti in quel periodo si ricordano Antonio Prosperoni, ucciso nel corso di un grosso scontro verificatosi nel maggio 1921, e Antonio Tavani assassinato da 3 sicari.

La lotta però era impari, perché l’organizzazione fascista si rafforzava godendo sempre più dell’appoggio della forza pubblica e delle autorità. In seguito alla marcia su Roma del 28.10.1922 il Consiglio comunale di Viterbo venne sciolto di autorità e, dopo una lunga gestione commissariale, il potere passò definitivamente in mano ai fascisti.

In provincia, le violenze fasciste contro i rappresentanti delle leghe operaie e contadine furono innumerevoli: minacce, aggressioni, pestaggi si ebbero un po’ dappertutto, coinvolgendo soprattutto militanti socialisti e co[...]